Il pensiero controfattuale è quello tipico di chi pensa spesso al proprio passato cercando di immaginare epiloghi diversi (nel presente), figli di sorti o decisioni diverse (nel passato). Esso si esprime, con una voce nella nostra testa, introdotta da un sospiro, che segue dicendo: “Se solo avessi preso una decisione diversa, oggi…”; “Se quella volta mi fossi comportato/a in maniera diversa, allora oggi…”; “Se non ci fosse stato tutto questo traffico, sarei stato/a puntuale e adesso magari…” Seppure questo tipo di pensiero potrebbe esserci caro, per esempio, potremmo crogiolarci un po’ in esso scambiandolo per una quasi positiva nostalgia o un sogno ad occhi aperti, a volte potrebbe portarci a vivere stati emotivi spiacevoli come un eccessivo senso di colpa (da responsabilità, per esempio) o ad una rabbia feroce, impermeabile ad ogni tentativo di accettazione.
Quando quella voce da sospirante diviene suadente e ci trascina in una ruminazione vorticosa, senza via d’uscita, un suggerimento pratico, semplice ed efficace, che viene dalla psicologia cognitiva potrebbe servirci da monito. Ecco il suggerimento: “Smetti di pensare adottando la prospettiva di oggi. È troppo facile parlare a posteriori! Se solo tu avessi avuto tutte le informazioni che hai adesso, forse saresti stato/a in grado di agire in maniera diversa, di prendere una decisione diversa, o forse avresti preso la stessa decisione ma gli esiti sarebbero stati gli stessi.” Se il pensiero controfattuale ha il suo valore evoluzionistico, rende l’essere umano capace di simulare mentalmente degli scenari alternativi e prepararsi, così, al meglio per ciò che può aspettarlo in futuro. Allo stesso tempo, se usato in maniera inconsapevole e automatica potrebbe diventare disfunzionale…